A due secoli esatti dal concepimento del Frankenstein, un percorso che ha coinvolto adolescenti del territorio e attori professionisti, alla riscoperta del Mostro più contemporaneo, più simile a noi.
Due secoli fa, 1816, l'anno senza estate. Una scommessa tra amici su chi avrebbe scritto il racconto più spaventoso. La Creatura di Frankenstein spunta fuori così, per gioco. Mary Shelley, la scrittrice, non aveva nemmeno 19 anni ma, inconsapevolmente, dette vita al mostro più contemporaneo, non sovrannaturale ma creato dall'uomo con pezzi di cadavere. Qual'è il momento in cui perdiamo il controllo? L'attimo esatto in cui l'amore per la conoscenza e il miglioramento diventa ossessione? La Creatura segna l'inizio della nostra epoca: il mondo della tecnologia, dell'efficienza, della virtualità. Un mondo fatto di solitudini, un mostro che vuole amore, non lo trova e uccide. Un tema caldo che ha molti contatti con l'adolescenza, l'esplosione dei social network, l'apparenza, il sentirsi “motruosi”, diversi, inadeguati.
Nel processo è confluito il romanzo, ma anche la vita stessa della Shelley, così sopra le righe: una figura affascinante, contemporanea e forte da riscoprire, che si mescola con le emozioni dei partecipanti, i loro ricordi e esperienze. Una performance che è un collage di vite, aspirazioni, memorie, sogni.
Il lavoro è condotto da Giacomo Paoletti e dall'attrice Sara Fallani, con l'aiuto dell'artista visiva Francesca Lanzarini, nell'ambito del progetto di collaborazione Lovett e il lupo. Il percorso dei tre artisti sulla Shelley è ampio e si compone di varie tappe e luoghi, e destinato a evolversi. Alla Chiesina è maturato negli spazi dell'AreaLab di Cecilia Paddeu. L'evento ha il patrocinio del Comune di Chiesina Uzzanese, che ha gentilmente messo a disposizione il Centro Il Fiore.